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Trovo apprezzabile ed efficace questo tuo modo di costruire le immagini componendole con situazioni fisse (in questo caso la statua) e persone reali inserite nel contesto. In questo caso però, (ma forse è un problema del mio monitor),la persona reale che metti a contrappunto della statua non appare abbastanza delineata e visibile e quindi la tua composizione mi resta inespressa e non conclusa, ovvero le due parti della composizione non si integrano ma si elidono a vicenda.
Ciao ^A^
PS. Complimenti per il successo nel contest dei murales su Micromosso.
Vedo le due figure come una proiezione introspettiva reciproca. Però ancora non sono convinto che quella sfuocata in primo piano sia una persona reale. A guardarla bene sembra avere la stessa acconciatura della statua sullo sfondo… Mi sbaglio? Ciao
Marco ha dato esattamente la lettura che io intendevo.Lasciare la figura in primo piano sfocata e al buio serviva a rafforzare ( per me) il concetto dell’autoanalisi). Le figure sono uguali: si tratta di sculture presenti all’interno del MAXXI a Roma.
^A^ grazie per i complimenti:)
Non è che voglia avere ragione a tutti i costi e per precauzione ho riletto anche da altro browser, ma trovo comunque inespresso (in modo compiuto e percepibile) il concetto che intendevi rappresentare. Anche la netta separazione verticale luce/ombra che corre fra la spalla ed il gomito della statua luminosa di riferimento concorre a rendere “estranei” questi due personaggi che invece (trattandosi di autoanalisi) dovrebbero esprimere o suggerire intensi collegamenti reciproci.
Ciao ^A^
Ciao Paola, molto singolare questa composizione; figure inanimate composte per animare. Penso che la particolarità sia proprio questa. Risultato non certo facile da pensare ed ottenere con una foto.
Il saper creare atmosfere componendo l’immagine con la testa, è il vero lato artistico della fotografia. Complimenti Paola.
Giovanni