Luppi Angelo


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4 commenti su “Silenzio c’é, q.s.l.d.t.s.”

  1. Immagino sia lo stesso contesto di quella precedente con il pulsante-faccino, quella là però mi piaceva di più, perchè forse più “leggera”, qui la foto sulla parete drammatizza molto il messaggio, trasmettendo l’idea di un silenzio davvero duro e pesante. Immagine di valore comunque, al di là della mia preferenza personale. Ciao

  2. Gli uomini hanno da sempre cercato d’isolare ed emarginare chi non è conforme a certi canoni dettati da etica, religione, conformazione fisica, natura psicologica, malattia ecc. A volte la barbarie è stata feroce fino ad arrivare all’isolamento ed alla morte. Nella foto Angelo ha ripreso con efficacia una testimonianza del barbaro trattamento dei malati psichiatrici. Una cella, con una porta con solo uno spioncino, peggio di una cella carceraria. Una foto appesa al muro, con una figura femminile, con uno straziante atteggiamento. Celle vuote ed aperte, per testimoniare che le persone che le occupavano hanno acquistato la dignità che gli uomini avevano loro negato, negato ai loro simili per secoli. Un silenzio e un degrado per ricordare, per testimoniare di come la nostra natura è egoista, di come spesso si preferisce nascondere ed emarginare chi ha avuto la sfortuna d’essere “diverso” dalla massa.
    Una foto cruda ed essenziale, un’ottima testimonianza; fotograficamente parlando, avrei preferito che la posta in primo piano fosse stata intera, fino al pavimento. Essa è il soggetto della foto, l’altra contestualizza e chiarisce, mentre foto appesa al muro connota il luogo.
    Giovanni.

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