Ponte sul Po

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Eccomi qua…dunque, Vi propongo questa foto scattata in Luglio nei pressi del Parco del Valentino..E' esattamente come l'ho scattata..l'ho solamente ridimensionata..a me piace soprattutto perchè mi ricorda le condizioni di equilibrio precario al momento dello scatto.però non sono soddisfatto dell'esposizione. Forse usando un polarizzatore, che dite?

Grazie…Ugo

p.s. spero di aver azzeccato la categoria….comunque se ci fosse una specie di guida per come interpretare le categorie, ve ne sarei grato..

Cammarota Ugo


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9 commenti su “Ponte sul Po”

  1. Ciao Ugo, per far fotografie occorre solo una macchinetta fotografica, mica tanto sofisticata. Per far buone fotografie occorre la testa e la macchinetta fotografica. Prima di scattare bisogna pensare cosa vogliamo rappresentare, cosa vogliamo cercare d’immortalare. Quindi la foto si fabbrica in testa, poi si realizza con i mezzi messi a disposizione della tecnica.
    Ciò premesso in questa tua foto hai cercato di trovare un punto di ripresa particolare, ma appare non leggibile cosa hai voluto rappresentare. Penso che la foto sia debole perché forse è mancato il progetto. Per vivacizzare la tua foto basta un bilancio Luci/ombre (abbassando le luci, fermo restando le ombre), poi dare un poco di contrasto con una curva che interessi mezzi toni ed ombre. Penso che più interessante sarebbe stato avere nell’inquadrature il gioco delle arcate riprese longitudinalmente.
    Vedi Ugo, cercare nella tecnica (obiettivi, filtri, macchine ultimo grido ecc.) la soluzione per fare buone fotografie, penso che sia una cosa sbagliata. La necessità di arricchire il corredo viene col tempo, quando si vogliono affinare la propria espressività con apparecchiature particolari.
    Cordialmente Giovanni.

  2. Il punto di ripresa è abbastanza particolare, però ha prodotto una distorsione delle linee verticali in primo piano (il pilone d’appoggio sembra quasi un mezzo arco). Luce e colori non mi sembrano male, anche il cielo ha una “sua” tonalità che evita quel bianco pallido quasi mai utile a costruire una buona immagine di paesaggio o di ambiente. Manca a mio avviso, come ha già detto Giovanni, un “punctum”, un particolare in grado di attrarre l’attenzione più di ogni altro. Ciao

  3. Concordo con entrambi.
    Il leggero effetto barilotto dato dal grandangolo poteva essere eliminato in postproduzione.
    Colori saturi, riflessi inesistenti, quindi il polarizzatore avrebbe forse al massimo reso un po’ più scuro il cielo, che invece non mi sembra ne abbia bisogno.
    Il punto di ripresa penso sia il limite di questa immagine: se volevi la prospettiva particolare allora avresti dovuto essere, per esempio a pelo d’acqua, se fosse stato possibile (ma da quello che dici era già acrobatico arrivare lì).

  4. Intanto Vi ringrazio e rivededendola capisco anche i Vostri commenti.
    Sono d’accordo con te Giovanni…non è necessaria un’attrezzatura sofisticata e non credo proprio di avercela io. Fotografo con una Nikon D60 di seconda mano(era di un mio amico) con obiettivo Nikkor 18-55..la possiedo solo da Giugno…si, sono approdato al digitale solo da giugno….prima usavo una Minolta a pellicola che non ho più..conservo però sempre il mio primo “amore” Yashica fx3..ogni tanto prendevo in prestito dalla mia fidanzata una Coolpix P50….
    Il difficile è proprio “voler comunicare” con la fotografia..ora non parlo della mia foto..in generale, è necessario dover “comunicare” qualcosa.?.non può essere sufficiente “rappresentare” (certamente in maniera impeccabile) qualcosa o qualcuno senza per forza dover “far capire” qualcosa.?.è solo una domanda che pongo per capire “la fotografia” in quanto arte…
    Rispondendo ad Eugenio, la cui analisi mi piace, devo dire che pur conoscendo programmi di fotoritocco (Photoshop in primis) non riesco proprio ad intervenire in post-produzione se non per ridimensionare..non riesco perchè non credo che faccia parte della fotografia…la fotografia nasce nel momento in cui si scatta.Anche se si ammette di usare il fotoritocco è comunque un’alterazione….Ecco questo è il mio grande blocco.(al di là che comunque bisogna scattare una bella foto!!!!qui non ci piove..) Forse mi sono dilungato un pò ma questo è il mio pensiero e siccome Vi reputo miei docenti è giusto sapere come e dove sbaglio..
    Grazie
    Ugo

  5. Ciao Ugo, con la pellicola, tanti anni fa, facevo tutto da solo (quella in B/N). I laboratori mi deludevano, non mi potevo permettere quelli super-professionali.
    Decidevo quale pellicola, quale bagno, temperatura tempo ecc. In camera oscura il tipo di carta i provini le mascherature i tempi di sviluppo le temperature dei bagni. Una complessa e per certe cose e/o volte irripetibili processi che portavano all’opera finita. Adesso col digitale fermarsi alla ripresa senza intervenire sullo sviluppo in camera chiara è come affidarsi a terzi, a quelli che hanno preconfezionato lo sviluppo buono per tutto e per niente (ai laboratori di un tempo). Vedrai che col tempo cambi idea, quello della pp è un mondo affascinante e creativo. Il luogo comune della manipolazione non c’entra, contrastare bilanciare donare equilibrio cromatico ecc. è un’altra cosa.
    Se vuoi ti posto un esempio di come può cambiare la tua foto con due semplici interventi.
    Cordialmente Giovanni.

  6. Ugo, “comunicare” è l’essenza della fotografia, come lo è di ogni altro “linguaggio”, artistico o meno che sia. Una fotografia che non comunica (anzi, che non “racconta” nulla), per quanto esteticamente perfetta o patinata possa essere, è un po’ come… una donna bella ma senz’anima. Non so se il paragone possa reggere, ma io ci credo :))

  7. Grazie per le consuete “pillole” di saggezza…sono meglio di un “corso di fotografia”..
    Certo che puoi Giovanni, ci mancherebbe…sono qui soprattutto per crescere…..chissà che non mi appassioni:::::
    Ciao ciao…
    Ugo

  8. Comprendo i tuoi dubbi sulla postproduzione e li condivido, è un atteggiamento opportuno per chi si approccia al mondo digitale. E’ un cammino individuale, ognuno, anche grazie al confronto intellettuale, si fa una idea ben precisa di cosa vuole dalla fotografia.
    L.

  9. Io trovo che qui manchi un soggetto forte: intendo quel particolare che attira l’attenzione. L’unico elemento che la stimola è a mio parere proprio quel pilone distorto non proprio gradevole a vedersi.
    Sono curiosa di vedere le modifiche apportate da Giovanni.
    Ciao

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