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9 commenti su “Il Signore dei Ratti”

  1. Bellissima,veramente.E mi strazia l’anima,lo so dovrei essere in pena per l’uomo – io sono in pena per il cane.E penso,guarda cosa li tocca fare questo povero animale,seguire il proprio padrone dove nessun altro lo seguirebbe..e lui con la sua pazienza e fedeltà è lì.Immobile,rassegnato,triste,con i toppi sul suo corpo..Ma so che è felice perchè il cane vicino il suo padrone è sempre felice,forse anche in queste occasioni.
    Grande Giulietta.

  2. Bella bella. Sono d’accordo con Viera sul fatto che gli animali condividono facilmente gioie e dolori con i loro “padroni”.
    ottimo BN e ottima compo, come sempre

  3. Tenerissima grazie alla presenza ed alla posa dei due animali. Una piccola società a 3 per poter campare di elemosina, ciascuno con il proprio ruolo. Sarebbe meglio non esistessero queste realtà, ma così va la vita, anzi la società. Apprezzo molto la scelta di non mostrare il volto della persona, una scelta discreta e rispettosa. Brava in tutto… Ciao

  4. Ciao Giulietta, ciao a tutti. Una immagine molto intensa che mette in luce un aspetto della vita.
    La povertà e la ricchezza sono parametri soggettivi e relativi, quella persona ritratta sembra povera perché è vista con la nostra relatività, ma non è detto che in assoluto il povero sia proprio lui.
    Quella figura forse ha scelto di vivere in quel modo, ma certamente mostra le proprie ricchezze, un cane e dei topi. Sottile l’idea di sfruttare quelle ricchezze, per attirare e suscitare curiosità e compassione e spingere i passanti ad offrire qualche soldo per nutrire lui e le proprie ricchezze.
    Sottile e dolce la cura con cui ha adagiato il cane su un telo, in modo da isolarlo dal suolo, un’animo nobile e amorevole; lui in ginocchio, senza ripari direttamente sul selciato.
    Della figura non si conosce sesso età o altro, non importa l’icona è completa, una “persona” con le proprie cose care, che si mostra e le mostra, per avere un obolo.
    Immagine bella e forte, ritratta garbatamente e sapientemente virata in B/N.
    Complimenti Giulietta.
    Giovanni.

  5. condivido pienamente le sensazioni di chi mi ha preceduto , una fotografia che trasmette un messaggio chiaro e forte.
    mi piace meno invece la conversione in bn., ma forse dipende dal mio monitor,trovo il mantello della persona troppo nero e non leggibile.
    ciao giuli.

  6. Tanto intensa, che sembra costruita ad hoc e non ripresa in un contesto reale. La morte è nella persona, la vita nel cane che convive con i ratti. Una foto antropologica che perde d’efficacia nella sua universalità proprio perché manca dei dati di corredo: luogo e tempo di scatto, in questo caso indispensabili. Uno scatto, comunque, molto significativo, rude nel trattamento tecnico, ma in ciò efficace. Mi resterebbe una personale curiosità sull’effetto di una versione a colori, se c’è. ^A^

  7. Grazie ragazzi per i vostri commenti, che fanno davvero piacere ricevere, soprattutto adesso che mi sto avvicinando al B/N e a spataccare con il PS.
    Questa foto l’ho scattata a Praga esattamente sul ponte Carlo.
    @ Angelo mi chiedevi del tempo di scatto:
    Apertura Diaframma: f 3.5
    ISO: 100
    Lunghezza Focale: 18.2 mm
    Tempo d’esposizione: 1/125 sec
    Ciao Giulietta

  8. Grazie, Giulietta, ma mi sono spiegato male: con “tempo di scatto” intendevo quando, in quale anno, per capire se una situazione del genere era di un passato recente od ancora nella contemporaneità. Comunque, indirettamente, mi hai risposto. Ciao. ^A^

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