Luppi Angelo


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9 commenti su “Personal.graffiti”

  1. Foto molto interessante. Proprio un artista questo tatuatore. Bene, Angelo ha ulteriormente esteso sapientemente il tema. La foto mi piace, forse solo troppa p.d.c. e quella mano in primissimo piano di troppo.

  2. Valida la foto in sé, perché include tutto quanto necessita ad illustrare la pratica del tatuaggio… Tatuaggio però, non graffito, due cose che a mio avviso sono trppo diverse in tutto (se non forse per i risultati creativi a cui giungono) per poterle accomunare. Mi vorrà perdonare Angelo se per una volta dissento dalla sua libera interpretazione del tema…

    1. @ Marco. Tranquillo, ti perdono.

      Stavolta però (contrariamente al solito)  non ho fatto una ‘libera’ interpretazione del tema, ma una interpretazione filologica: “graffito: tracciato mediante incisione su una superficie adatta”.

      In tempo moderni sì è aggiunto  questo significato: “disegno o scritta fatta su un muro con bomboletta spray o altro materiale”.

      Ciao, ^:)))^

  3. Il vocabolario della nostra madre lingua è quanto scritto da Angelo. Nell’antichità le superfici adatte non era la pelle umana e la tecnica era quella di graffiare, incidere, disegnare.  Da qualche tempo il significato del vocabolo s’è esteso ai dipinti fatti con le bombolette spray, ma non penso al tatuaggio, se ben ricordo anche il tatuaggio è d’origine antichissima. Per entrambe le tecniche parliamo di preistoria.

    Non sono entrato nel merito della validità d’appartenenza della foto al tema, non voglio farlo adesso.

    Non sono e non siete mai stati fiscalisti sui temi, ma confondere graffiti con tatuaggi; forse potremmo estendere il tema “Graffiti e Tatuaggi”. Che ne pensate?

  4. Ho capito, una provvedimento ad hoc per non escludere la foto di Angelo dal tema in corso…  :-))  Scherzo ovviamente, per me va benissimo anche l’accostamento graffiti-tatuaggi, con o senza l’estensione formale del tema proposta da Giovanni 🙂 ciao!

  5. Certamente nella loro antica origine d’uso graffiti e tatuaggi erano diversificati, ma oggi è ancora così ?

    Graffiti e tatuaggi nella situazione espressiva contemporanea (ovvero nella comunicazione contemporanea) esprimono a mio avviso una sostanziale contiguità e somiglianza dato che puntano a dare un ‘messaggio’ che nasce nella visione di una persona e che si esprime con una pluralità di supporti: sul corpo delle persone stesse, sugli oggetti in qualche modo incisi o dipinti od infine sui muri delle città con scritte, disegni, pitture varie. 

    Se vogliamo tener separate queste due modalità espressive sulla base dei supporti materiali sulle quali si insediano (tatuaggio=corpo umano) (graffito=materialità ambientale) a me sta benissimo, senza provvedimenti ad hoc. Rimuovo (senza alcuna polemica) l’attribuzione al tema di questa foto e ovviamente lascio la foto nell’ambito generale.

    Il principio generativo di ambedue queste formulazioni espressive mi sembra comunque assai simile: dichiarare qualcosa di sé (un pensiero.. una visione del mondo) agli altri.

    Se noi componessimo, anziché delle fotografie, delle produzioni multimediali in cui persone pitte (truccate-imbellettate-incise)  danzassero in un cortile di mura ugualmente pitte in che ambito saremmo ? 

    Non è una domanda del futuro, già avviene… 

    ^?A?^

  6. Penso che possiamo filosofare all’infinito, ma un graffito è una cosa e un tatuaggio ne è un’altra, almeno per me.

    Non vi siete espressi sull’opportunità di cambiare il tema; quindi resta graffiti. Alle votazioni ogni uno giudicherà e voterà di conseguenza, come è sempre stato.

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