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Immagine e titolo mi fanno pensare, anche se non so bene come è perché, ai drammi di grande attualità in questi giorni. Come se il “muro” simboleggiasse tutto ciò che ostacola il vivere umano, sia esso una guerra assurda, o la miseria, oppure un mare pronto a ghermire migliaia di disperati.
Mi ha colpito l’effetto relativo, grande piccolo. Quell’uomo piccolo (potrebbe essere un bambino, ma a me da l’impressione di un adulto) fa sembrare grandissimo l’uomo poggiato alla parete.
Quella mano, del grande uomo, sembra indirizzare l’altro verso la luce.
Forse non sono in vena, ma non riesco a leggervi di più.
Giovanni.
Tecnicamente ben realizzata, ma di difficile lettura; io ci vedo una solitudine del presente, in un contesto lucido e disumanizzato ed un coraggio del ragazzo d’avviarsi nel nulla, che potrebbe anche essere un luminoso futuro. Resto dell’idea che questa tipologia di immagini, presentata senza altre immagini di supporto, configuari una narrazione incompleta (rispetto all’interpretazione dell’autore) e nello stesso tempo abiliti varie e diverse interpretazioni nei lettori. ^A^
Io lo vedo più come il muro dell’indolenza,il ragazzo ha invece il passo
deciso e suggerisce il movimento,allusiva.
cordialmente
Beppe
Giuliano, mi piacciono le tue proposte fuori dagli schemi e innovative.
Ciao