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Una serie interessante come sempre quando indaghi nel minimalismo dei particolari, sempre attratto dalla decadenza delle cose, dalla corrosione del tempo. Fra le tre questa la preferisco, forse per i colori o forse per i bianchi svelati da quegli strappi nella carta. Segue, in ordine di preferenze, “leparoledelmondo”, ed infine “larete”. Ciao
Anche a me piace di più questa, non disdegno le altre, ma questa restituisce una sensazione immediata di un manifesto che il tempo ha deturpato, fino a rendere incomprensibile quello che vi era scritto. Tutto finisce, nessuna cosa è eterna.
Cordialmente Giovanni.
Più d’impatto questa, ma meno “graffiante”
Ben ritrovato, Angelo. I giochi figurativi delle cortecce di betulla sono infiniti. Si arrotolano come pergamene; sulle quali i manifesti un tempo erano scritti.
Ciao.